STORIA DELLA FAMIGLIA

Soggetto prediletto di non poche opere elegiache, celebrative e compilative, la famiglia Trivulzio, protagonista della storia di Milano, della Lombardia, d’Italia e d’Europa, non dispone ancora tuttavia di una storiografia accertata, compilata con criteri moderni e in base alle fonti.

Marino Viganò nel suo saggio introduttivo a Stemmi e imprese di Casa Trivulzio ha puntualmente ricostruito la genealogia dell’imponente congerie di dicerie e tradizioni non verificate, che ha celebrato per secoli il casato e individuato, come opere di riferimento fondate sull’analisi di documenti d’archivio e pubblicazioni a stampa, i manoscritti di Raffaele Fagnani, Principium Historiae Triuultior[um], del 1648 , e di Pio Muzio, Trivultiorum Stemma, origo, et res gestae, noto come Historia Trivultia, databile alla seconda metà del XVII secolo. Ad essi sono largamente debitori Pompeo Litta, che, in Famiglie celebri italiane (1820), pubblica quattro ricche tavole genealogiche sui Trivulzio corredate dalla bibliografia, Leone Tettoni e Francesco Saladini, per il loro Teatro araldico (1843) e Carlo Rosmini, autore di una biografia in due tomi di Gian Giacomo Trivulzio (1815).

Obiettivo di questa introduzione non è, quindi, quello di offrire un ampio affresco di storia famigliare, impossibile allo stato attuale degli studi, ma piuttosto quello, più modesto, di tratteggiare le biografie dei più significativi esponenti della famiglia Trivulzio, le cui gesta hanno contribuito alla fortuna del casato e le cui tracce rintracciamo oggi nei documenti dell’Archivio di famiglia.

Ritratti

Preziose albumine montate su cartone e in formato carte de visite tramandano l’immagine della famiglia

Album di famiglia

Scatti fotografici raccontano la storia e il costume di una famiglia e della nobiltà lombarda di fine Ottocento

Mausoleo Trivulzio

Documentazione della Cappella di famiglia, architettura e decorazioni scultoree nel centro di Milano

Luoghi trivulziani

Dai luoghi di villeggiatura all’impegno verso i ceti più disagiati nell’opera di beneficenza della famiglia